19 Luglio 2017

UN NUOVO MODO DI AFFRONTARE L’AGGRESSIVITA’

L’aggressività è la vita. Ogni essere vivente è portatore di un progetto: continuare la specie. La distinzione tra un essere vivente e un inerte è data dalla presenza, nell’essere vivente delle pulsioni, l’essere vivente infatti, ha dentro di se un generatore di energia psichica che spinge l’individuo a pensare e ad agire, questo generatore è dato dalla fusione della pulsione sessuale e della pulsione aggressiva. In ogni pensiero e in ogni azione vi è la presenza di ambedue le pulsioni che si fondono assieme. La pulsione sessuale ci spinge a compiere delle scelte che ci consentono di raggiungere l’obiettivo primario per ogni essere vivente: continuare la specie; la pulsione aggressiva ci spinge ad agire, ogni qual volta qualche ostacolo si frappone tra noi e il raggiungimento del nostro obiettivo, perciò al manifestarsi di un ostacolo, si avrà una manifestazione aggressiva che servirà per abbattere l’ostacolo. L’aggressività è un elemento fondamentale della vita, senza l’aggressività non ci può essere la vita.

Anche per il cane l’aggressività è un elemento fondamentale della vita, come per tutti gli essere viventi, ma l’aggressività si diversifica rispetto alla razza? C’è qualche gene che programma un cane ad essere più aggressivo di un altro? Le nostre aspettative, soprattutto quelle inconsce, la cultura in cui è immerso , l’educazione che avrà il cane, possono incidere sulla sua aggressività? Le potenzialità aggressive del lupo, sono state un elemento determinante che ha spinto l’uomo a condividere con lui un viaggio che dura da più di diecimila anni. Quei lupi oggi sono cani, che abbiamo modificato nella morfologia, adattandoli alle nostre esigenze, ma le loro potenzialità aggressive rimangono intatte, con un’efficacia diversa a seconda della razza, in quanto è la mole del cane a caratterizzarla: l’aggressività di un alano può essere più devastante di quella di un chihuahua. L’uomo si è da sempre servito dell’aggressività del cane, lo ha portato con se in guerra, gli ha fatto fare la guardia ai propri armenti e alla propria casa, si è fatto aiutare nella caccia. È ingiusto meravigliarci , oggi, della sua aggressività, dopo averlo usato tanto proprio per quella caratteristica? Lui è rimasto un servo devoto e coerente, siamo noi che, a seconda dell’occasione, lo trasformiamo da eroe in assassino, con estrema disinvoltura. Nella convivenza così affollata e così anonima e solitaria, che abbiamo oggi nelle nostre grandi città, abbiamo i cani. La convivenza con il cane è cambiata: accogliamo i cani nelle nostre case perché ci servono, soprattutto per coprire quelle carenze che questa vita sempre più frenetica ci impedisce di colmare. A volte queste carenze sono a noi inconsce, ma non lo sono per il nostro cane, che si impegna a colmarle.

Le conoscenze sull’aggressività ,che si hanno grazie agli studi e agli approfondimenti scientifici, ci permettono di conoscerla e di comprenderla fornendoci di conseguenza gli elementi fondamentali per gestirla al meglio . Il cane è un animale sociale che instaura un rapporto di branco con la famiglia con cui vive. All’interno di un branco, è il capo branco che gestisce l’aggressività, anche attraverso la formazione di una cultura e di una morale che trasmette al resto del branco. È opportuno, per tanto, comprendere a chi spetti il ruolo del capo branco, a noi umani oppure a lui cane? Per limitare i possibili danni dovuti a reazioni aggressive dei cani, forse, più che individuare delle ipotetiche razze pericolose, è opportuno considerare che i cani sono portatori di una aggressività potenzialmente pericolosa e come con tutte le cose che sono potenzialmente pericolose, vanno concesse solo a chi ha dimostrato di conoscerne la pericolosità e sa come gestirla.